Anna Maria Bartolomei Castori

Anna Maria Bartolomei, vedova Castori, fondatrice dell’« Opera Pia Bartolomei-Castori » per le povere vecchie abbandonate.

Nata il 7 luglio 1839 da Paolo Bartolomei e Felicita Colombi Gigli, Anna Maria, il 25 aprile 1868, ormai ventinovenne, sposa Alessandro Castori. Questi muore il 18 febbraio 1903. Non avendo figli, destina il suo notevole patrimonio alla moglie Anna Maria, invitandola a risposarsi.
Anna Maria, che ha ormai sessantaquattro anni, preferisce rimanere nello stato vedovile. Avendo quindi raggiunto i settanta anni, il primo gennaio 1909 fa testamento e, non avendo parenti stretti, nomina suo erede universale un erigendo “Ricovero per vecchie povere di Foligno” che dovrà essere amministrato da un Consiglio, presieduto dal
Vescovo diocesano e diretto dalle suore Figlie di Sant’Anna, infermiere dimoranti a Foligno, in via Istituto Denti.

L’Opera, voluta da Anna Maria Bartolomei vedova Castori, a servizio delle anziane, con particolare attenzione alle ‘povere vergognose’, andava così a coprire a Foligno un vuoto effettivo, tenendo conto che la posizione della donna, riguardo alla situazione di povertà, è spesso svantaggiata rispetto a quella dell’uomo in termini sia di cultura e partecipazione alla vita sociale sia di carichi di lavoro e, talvolta, di disponibilità di cibo e di altri beni essenziali.

bartolomei castori

“Ritratto della signora Anna Maria Bartolomei Castori” nata il 7 luglio 1839 † 11 gennaio 1919 [Dipinto da Enrico Bartolomei nel 1880].

Le Figlie di Sant'Anna

L’ordine religioso delle Figlie di S.Anna giunsero a Foligno nell’anno 1872, ordine appena fondato a Piacenza dalla serva di Dio Rosa Gattorno. Chi invitò Suor Rosa nella nostra città ?. Senza dubbio Suor Vincenza Ravera, che già aveva lavorato a Piacenza; ma anche Agnese Borghese, che stava in contatto con tutte le iniziative più notevoli della carità in Italia.

Venne dunque la Gattorno e si sistemò in via Del Borghetto (via Istituto Denti). Purtroppo la casa delle Figlie di S.Anna subì un duro bombardamento durante la seconda guerra mondiale, venne poi ricostruita con intenti privatistici e passò ad altre mani (oggi l’orticello delle Suore è diventato un’autorimessa-parcheggio e da su via Oberdan).

Suor Rosa aveva formato le sue discepole a una vita di sacrificio per amore della carità; scriveva nel 1873 a Suor Carlotta Biagini: “Figliola mia coraggio. Al buon Dio assai piacciono i sacrifici. Ah si! Per l’opera Sua si deve andare senza risparmio. Esso per noi diede tutto il suo sangue e così noi dobbiamo fare . Si. Sangue per sangue, è vero mia figliola ?.

Partendo da questo fondamento, Suor Rosa insegnava a risparmiare “D’un centesimo in ogni cosa” per arrivare a qualche piccola somma in favore di tante giovanette povere, abbandonate, in pericolo di perdere l’innocenza.

Suor Rosa avrebbe voluto “dare a tutti, sfamare tutti. Oh, se dalle mie vene potessi fare uscire oro per i poveri ……. faccio 2.300 minestre al giorno e non ricevo che un soldo per minestra…..”

Ma quello che contava era il cuore “Non è l’abito che fa la religiosa, ma il cuore”.

Venne dunque a Foligno, e si prestò per gli ammalati abbandonati nelle povere case, li visitava, li accudiva giorno e notte. Si prestò inoltre per educare le ragazze troppo povere. Ma una carità siffatta, in una piccola città come Foligno, non poteva rimanere sconosciuta: Nella primavera del 1873, gli anticlericali pensarono di spaventare queste Suore e di notte appiccarono il fuoco alla loro porta. Qualcuno che abitava nel vicolo cominciò a gridare “Il fuoco ! Il fuoco ! Il fuoco ! Suore Il fuoco ! Vi bruciano ! ” E le Suore si precipitarono a spegnere l’incendio, usando acqua e sabbia. Racconta un biografo della Gattorno: “ La mattina dopo i Carabinieri vengono per un sopralluogo e trovano affisso un biglietto con queste parole: “ Si dismetta questo postribolo delle Suore protette dal duca di Sora e Piombino e dal cavaliere Morotti. Addio per adesso.

Naturalmente le Figlie di S.Anna non se ne andarono da Foligno; del resto anche i bombardamenti della seconda guerra mondiale riuscirono a spostarle, non a farle emigrare; oggi lavorano presso l’Opera Pia Bartolomei-Castori. Suor Rosa subì a Foligno, anche un attentato col pugnale; riuscì a salvarsi solo perché lanciò un urlo che fece accorrere gente; anche in questo caso ci fu chi le consigliò di cambiare aria, ma Lei rispose “Neanche per sogno”. Se avessi fatto qualcosa di male ….. ma se non ho fatto nulla di male, perché dovrei andarmene” ?.

Tutto questo avvenne nei primi anni Settanta del secolo scorso; oggi le Suore Figlie di S.Anna continuano a prestare la propria lodevole opera, a Foligno sempre presso l’Opera Pia Bartolomei Castori e diffusamente in altre città d’Italia ed in molte parti del Mondo.

Foto storiche del Ricovero

Un nuovo insigne benefattore

Prof. Antonino Francesco Scarcella ( † 16 ottobre 2000)

Anna Maria Bartolomei Castori, nel testamento dettato nel 1909, aveva previsto che, prima o poi, ci sarebbe stato un consistente lascito capace di dare una svolta all’opera da lei fondata:

In questo mio testamento unisco il voto ardente del mio cuore che
qualche altra persona più facoltosa di questa città venga in favore di questo
umile ricovero, lasciando l’obolo suo generoso onde il numero delle
ricoverate vada sempre più in aumento.

Passeranno tuttavia molti anni prima che l’auspicio possa divenire realtà. Lo divenne grazie ad una serie di coincidenze. La signora Elvira La Cara, vedova del Cav. Onofrio Scarcella, Dirigente delle Ferrovie, e madre del Prof. Antonino Scarcella, docente universitario e celibe, essendo ormai anziana e non volendo pesare sulle spalle dei figli,
decise, nel 1985, di trasferirsi nella Casa di accoglienza degli anziani « Opera Pia Bartolomei-Castori », ove è felicemente vissuta, morendovi il 3 Novembre 1996.

Alla morte della signora Elvira La Cara, il figlio Antonino si incontra con Mons. Arduino Bertoldo, vescovo di Foligno e Presidente dell’Opera Pia; e gli manifesta la decisione di nominare sua erede l’Opera Pia.

Antonino Scarcella